Nasce in FVG BeAPart, il sistema green per allestimenti sostenibili in gallerie d’arte e musei. Presentazione giovedì 21 aprile a Trieste
Una soluzione espositiva modulare “contemporanea” che ha l’obiettivo di rispondere alle esigenze di allestimento evidenziate da istituzioni museali, fondazioni e gallerie d’arte, ed è del tutto innovativa poiché versatile, sostenibile, smontabile e riutilizzabile, ideata nel segno dell’economia circolare e quindi del riciclo e del riuso. A progettarla è stato un team multidisciplinare di professionisti basato in Friuli, e composto da Michele Filippi, Elena Tammaro, Ludovico Bomben, Elena Cantori, Stefano Coletto, Rachele D’Osualdo, Giovanni Di Vito, Federica Ferrarin, Filippo Lorenzin, Federica Manaigo, Laura Petruso, Marco Pietrosante, Giannantonio Ros e Andrea Sut. Il progetto si chiama “BeAPart”, è finanziato dal Programma di cooperazione Interreg V-A Italia Slovenia 2014-2020, nell’ambito del progetto DIVA, ed è stato realizzato in una partnership ‘strategica’ dalla società hi-tech DFORM e dall’impresa culturale CREAA.
La presentazione del prototipo del dispositivo nato dalla necessità di curatori, architetti e conservatori, che si trovano a gestire, movimentare e valorizzare importanti collezioni d’arte”, sarà ospitata giovedì 21 aprile, alle 18.00, nella Galleria EContemporary in via Francesco Crispi, 28 a Trieste (dove è in corso la mostra “Linfa” di Deborah Malis e Shanti Ranchetti), dopo essere stato illustrato in anteprima a Rimini, in occasione della mostra nella città romagnola degli artisti friulani Mara Fabbro e Alberto Pasqual, con la curatela di Matteo Sormani. La prossima tappa, annunciano gli organizzatori, sarà il 27 aprile a Pordenone.
“BeAPart è il risultato della ricerca di una soluzione pensata per progetti molto diversi per dimensione, contenuto ed estetica, con lo sguardo rivolto alla sostenibilità e all’economia circolare, ma anche all’esigenza di risolvere l’annosa questione degli sprechi, cioè gli allestimenti usa e getta delle mostre”, puntualizzanoMichele Filippi (DFORM)edElena Tammaro (CREAA), titolari d’impresa.
Se da un lato la sostenibilità ambientale è ormai di casa anche nelle mostre italiane, tanto che negli ultimi anni, dalla Biennale ai Musei pubblici, molti hanno ospitato artisti e iniziative in ambito green, è altrettanto vero che finora è raramente perseguita nelle esposizioni stesse.
“Questo sistema – spiegano i progettisti – essendo composto da una struttura modulare in alluminio e da una “pelle” che la riveste, che può essere Corian, pannello luminoso, o MDF, offre caratteristiche innovative come l’interscambiabilità delle pelli e una struttura fisica che diventa materia riutilizzabile quante più volte possibile”.
Caratteristiche importanti a garanzia, appunto, della sostenibilità, poiché si evita, ad esempio, l’utilizzo di plastiche, materie poco costose, malleabili, utili ed esteticamente pregevoli, che però diventano molto dannose nel momento in cui vengono disperse nell’ambiente. “Il modulo è infatti concepito affinché, alla fine di una mostra – continuano Filippi e Tammaro – la pelle possa essere sostituita o rigenerata on site, ovvero possa dar vita ad un altro allestimento diverso per idee, forme e contenuti. Parliamo di circolarità – aggiungono – perché i materiali utilizzati sono rigenerabili dall’azienda stessa o riciclabili alla fine del loro ciclo di vita, inoltre il sistema modulare è smontabile in singoli elementi e quindi consente un trasporto agile con risparmio di mezzi e risorse”.
Il progetto di open innovation BeAPart è nato grazie a un finanziamento internazionale (progetto DIVA) che sostiene la “cross-fertilization”, cioè le collaborazioni fra le imprese e il settore culturale e creativo a livello europeo. Il partenariato è composto da DFORM, impresa hi-tech che lavora solid surface, metacrilati e laminati HPL, e CREAA, impresa culturale e creativa specializzata in comunicazione strategica e art thinking. “Entrambe le realtà – concludono i rappresentanti – si stanno già affacciando ai mercati internazionali e presenteranno BeAPart anche alle istituzioni museali d’Oltralpe”.
FOCUS SUL MODULO BEAPART
Il modulo èversatilee può essere utilizzato sia come superficie orizzontale (base), sia verticale (supporto informativo) o come elemento tridimensionale (teca).Èespansibile, in quanto permette il riallestimento con il riuso degli stessi pezzi, con meno pezzi o addirittura con l’implementazione dei pezzi a disposizione. Èpersonalizzabile, poiché composto da due parti: struttura (in alluminio) e pelle. La pelle può essere: superficie in Corian, pannello luminoso, legno.
Inoltre èrigenerabile, dato che il modulo permette la sostituzione o la rigenerazione del pannello. È anchecircolare: una volta finito il ciclo di vita del prodotto, i materiali vengono riciclati o inseriti in un processo di riutilizzo circolare. Grazie alle sue qualità funzionali e alle proprietà dei materiali, il modulo permette un risparmio nel medio lungo periodo. L’acquisto della struttura e il noleggio delle pelli, ad esempio, consentono un costante rinnovo dell’allestimento.
Il modulo èsostenibile: l’alluminio prodotto in Italia proviene dal riciclo, e una volta finito il periodo di vita, la struttura in alluminio rientra nel ciclo produttivo dell’alluminio; Corian® è un materiale inerte e, quando non è conveniente rigenerarlo, viene utilizzato come polvere di pietra per il fondo stradale; il legno è completamente riciclabile. Infine èstoccabile, in quanto il sistema è smontabile in singoli elementi, e dunque permette di ottimizzare spazi e costi di trasporto.